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Tesi di Laurea sull’emofilia

Tesi di Laurea sull’emofilia

In questa sezione, segnaliamo e condividiamo  le tesi di Laurea che parlano di emofilia e malattie rare. La prima testi ci è stata inviata da Alice Minetti e parla di emofilia e sport. La seconda è di Carmela Pastore e parla dell’esperienza “mi piace se ti muovi”. La Terza è di Sossio Novelletti e si sofferma sull’efficacia del trattamento fisioterapico nella gestione di pazienti con artropatia emofilica.

Revisione della letteratura sull’efficacia del trattamento fisioterapico nel management di pazienti con artropatia emofilica


Tesi di Laurea di Sossio Novelletti, a.a. 2019/20
Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Fisioterapia
Tesi: il documento integrale [PDF: 2,2  Mb]

 

Gli studi analizzati hanno mostrato che l’intervento fisioterapico, in ogni sua modalità, è efficace nel migliorare alcuni parametri prognostici in corso di artropatia emofilica. Nello specifico, gli interventi somministrati sono stati di tipo: educazionale, istruendo i pazienti circa la malattia emofilica e la conseguente artropatia e circa l’importanza dell’esercizio terapeutico; interventi di terapia manuale con stretching, mobilizzazione, allenamento propriocettivo, facilitazioni neuromuscolari propriocettive, tecniche di decoattazione articolare e terapia fasciale. Gli outcomes primari sono stati: frequenza del sanguinamento articolare, dolore articolare e salute articolare. Dai risultati si evince che in tutti gli studi i pazienti sottoposti ad intervento fisioterapico non solo non hanno dichiarato episodi di emorragie durante il periodo di trattamento, post-trattamento e follow-up, ma è emerso anche un miglioramento in termini di dolore articolare (VAS), mobilità e condizioni generali di salute articolare (HJHS). I dati di questa tesi mostrano l’efficacia e la sicurezza dell’intervento fisioterapico nel management di pazienti con artropatia emofilica. La fisioterapia rappresenta per il paziente emofilico la migliore garanzia della conservazione della funzione di movimento.

Valutazione dell’impatto dell’attività motoria di base in una coorte di pazienti pediatrici affetti da emofilia (l’esperienza “mi piace se ti muovi”)

Tesi di Laurea di Carmela Pastore, a.a. 2016/7
Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Scuola di Medicina, Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
Tesi: il documento integrale [PDF: 2  Mb]

Seppur nei suoi limiti (scarsa numerosità campionaria, studio monocentrico, tempo di osservazione breve) lo studio ha fatto emergere importanti dati: il bambino emofilico non presenta alcuna problematica cardiovascolare o respiratoria che possa pregiudicare la salute durante l’attività sportiva. Fondamentale è anche il ruolo svolto nella prevenzione dell’obesità: tale dato emerge dalla valutazione dell’aumento di peso e altezza, in linea con l’accrescimento evolutivo di ogni bambino, senza un aumento del BMI, contribuendo al benessere fisico e preservando le articolazioni (soprattutto quelle del ginocchio) da un sovraccarico legato al peso. Infine si è potuto notare che l’attività motoria non impatta negativamente sulla storia emorragica dei pazienti emofilici gravi in profilassi, anzi migliora l’integrazione sociale e contribuisce ad aumentare l’autostima, come si può dedurre dall’osservazione della riduzione dell’atrofia muscolare a livello del gomito destro, arto dominante per tutti i pazienti in osservazione. Questo studio, è il primo passo per il riconoscimento, anche legislativo, della possibilità dell’idoneità agonistica/non agonistica dei pazienti emofilici adeguatamente trattati.

L’emofilia e lo sport

Tesi di Laurea di Alice Minetti, a.a. 2011/2012
Università degli Studi di Torino, Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie
Tesi: il documento integrale [PDF: 1,1 Mb]

“Ho cercato di spiegare cosa sia realmente l’emofilia e quali siano concretamente le sue conseguenze fisiche, ma in particolar modo ho cercato di dimostrare quali siano gli effetti positivi che lo sport può avere sulla vita di chi ne è affetto. Penso che tutti debbano avere la possibilità di stare bene grazie all’attività sportiva, ovviamente con le giuste precauzioni, ed essendo quest’ultime alla base di una corretta attività, onde evitare rischi, tutte le società sportive dovrebbero essere a conoscenza di queste patologie rare ed essere consapevoli che i soggetti che ne soffrono non devono essere per forza esclusi dalla pratica dell’attività fisica. Allo stesso modo tutto questo dovrebbe essere preso in giusta considerazione dai medici sportivi, che spesso, purtroppo, preferendo non prendersi certe responsabilità, decidono di non rilasciare il certificato di idoneità sportiva agonistica ai pazienti affetti da tali patologie.
Per sottolineare ancora di più quanto sopra esposto, basterà pensare che il Campione del Mondo di corsa in montagna nel 1996, Antonio Molinari, è emofilico”.