Scuola FedEmo, 13 e 14 ottobre 2018
Sabato, ore 8.05 – Non è mai bello svegliarsi presto il sabato. Soprattutto se lo fai perché devi accompagnare tua madre all’Ikea. Tuttavia oggi c’è una motivazione accettabile, più che onesta: inizia il primo modulo di Scuola FedEmo.
L’anno scorso ho lasciato Napoli, sede prefissata per il terzo incontro della Scuola, molto soddisfatto. Le “lezioni” dell’anno passato si sono infatti rivelate esperienze piacevoli e altamente formative. Oltre ad aver avuto la fortuna di lavorare a contatto con esperti del settore del volontariato e della comunicazione che ci hanno permesso di apprendere alcune nozioni sulle modalità di gestione di un’associazione di volontariato, durante i 3 moduli, grazie soprattutto al lavoro di Sergio Cabigiosu (Formatore esperienziale e Coach in Leadership, Teamwork e Teambuilding), si è creato un gruppo di lavoro affiatato ed efficiente, composto da ragazzi molto diversi tra loro, ma con una cosa in comune: la volontà di fare qualcosa di importante nel campo dell’associazionismo.
Il punto di forza e il motivo principale per cui una realtà come Scuola FedEmo continua ad avere tanto seguito è perché permette anche a noi giovani di metterci in gioco, facendoci sentire parte di qualcosa. In questi anni infatti abbiamo avuto la possibilità di esprimere idee, opinioni a volte anche contrarie, in totale libertà, consapevoli di stare contribuendo a qualcosa di importante.
Quindi che dire? Le motivazioni per partecipare quest’anno mi parevano più che sufficienti. Dopo aver trascorso metà mattinata trasportando su e giù per 4 piani di scale scaffali EKBY JÄRPEN e cassettiere MALM, con soli 15 minuti di ritardo (che diventano 30′ secondo i miei compagni di viaggio, ma quando mai?!) raggiungo il punto d’incontro.
Il viaggio trascorre in maniera piacevole: si parla di calcio, viaggi, musica e emofilia. Dopo una veloce e saziante pausa pranzo da MacDonald (che è sosta obbligata nei nostri “Hemofilian trip”), raggiungiamo il campus.
14.30 – siamo già seduti in aula. Il programma parte subito (anche perché altrimenti Barbara chi la sente?). La lezione inizia con i saluti di Corrado Del Bò e Fulvio Calia che introducono il programma del modulo: questo incontro sarà basato sulla riforma del Terzo settore e sull’importanza della comunicazione nel mondo del non-profit. Successivamente Cristina Antonucci, che già avevamo conosciuto durante il terzo modulo lo scorso novembre a Napoli, ci mostra quelli che sono stati i cambiamenti e le principali novità normative e amministrative apportate nel mondo dell’associazionismo con la riforma del Terzo settore.
Dopo una lauta “pausa caffè” a base di bignè, panini e pizzette (messo a confronto il pranzo di Natale sembra spuntino dietetico), riprendiamo la lezione. L’argomento trattato è “L’importanza della comunicazione per l’advocacy del Terzo settore”. La Antonucci ci ha spiegato l’importanza che assume una buona comunicazione nel campo del volontariato: come si progetta un piano di comunicazione, quali sono i mezzi più efficienti e come si comunica. Una lezione molto approfondita ed utile, che ci ha permesso di capire come migliorare la gestione della comunicazione all’interno delle nostre associazioni con medici, associati e istituzioni.
Il pomeriggio si conclude con un momento di confronto e riflessione tenuto da Sergio Cabigiosu, il quale, dopo averci fatto fare qualche esercizio di team building (le imbarazzanti prove sono reperibili sul web), valuta lo stato attuale dei progetti che avevamo avviato l’anno scorso per verificare a che punto fossimo. Dopo una cenetta da “diesci e lode”, la serata scorre piacevolmente tra una passeggiata tra le mura della bellissima Lucca (città che ci ospita da anni e che ormai potrebbe istituirci cittadini onorari), due chiacchiere e qualche “zullo”.
Il programma della domenica non è da meno: la “lezione” mattutina è tenuta dalla bravissima e molto paziente Anna Benedetto, giornalista e esperta nel campo della comunicazione, che ci spiega il corretto funzionamento del processo comunicativo, digitale e non, mostrandoci gli errori da non fare e i metodi per comunicare al meglio e più facilmente il nostro messaggio.
Dopo l’ennesima pausa caffè (se non l’aveste già capito a Scuola FedEmo non si muore certo di fame), iniziamo la parte a mio parere più interessante e coinvolgente del modulo.
Ci viene chiesto di organizzarci in gruppi e di cercare di strutturare una campagna di raccolta fondi natalizia. In momenti come questo mi rendo conto quanto sia importante il progetto Scuola FedEmo: si ha infatti un interesse ad avere una visuale sul mondo attraverso lo sguardo di tutti, in questo caso di noi giovani. Vengono fatte diverse proposte: molte interessanti, alcune provocatorie, altre innovative. Anna Benedetto e Sergio Cabigiosu ci aiutano ad esaminarle, sottolineandone pregi e difetti, suggerendoci qualche consiglio per migliorarle, ma alla fine della mattinata ci sentiamo tutti soddisfatti, consapevoli di aver fatto un buon lavoro.
Dopo pranzo (che cosa? Secondo voi non pranzavamo?!) continuiamo con la parte pratica del modulo.
Ri-divisi in gruppi, ci viene chiesto di progettare la campagna social per gli auguri di Natale con lo scopo di ottenere un aumento dei “like” e delle donazioni.
So che non vedete l’ora di sapere quali colpi di genio abbiamo escogitato, ma i progetti sono top-secret. Pertanto non posso dilungarmi oltre.
Verso metà pomeriggio ci salutiamo e torniamo a casa.
È stato un modulo molto positivo. Complesso, ma altamente soddisfacente. Anche in questa occasione la Scuola ci ha proposto “lezioni” esaustive ed interessanti, tenute da esperti nel settore, ma soprattutto ci ha dato la possibilità di metterci in gioco, ancora una volta.
Ci vediamo a novembre!
Lorenzo