Il ricambio generazionale nelle associazioni è sempre più spesso nodo centrale per la sopravvivenza. Esso è fondamentale nel coinvolgimento di nuove giovani risorse nei contesti di volontariato, è però una cosa molto difficile da mettere in atto. Circa due terzi dei giovani non ha mai fatto esperienze di volontariato e del terzo restante solo il 6% vi si dedica attualmente e abitualmente. Se vogliamo, tuttavia, descrivere la partecipazione giovanile in modo coerente e attendibile, è necessario guardare al nuovo contesto sociale in cui si è giovani oggi. La condizione peggiore per i giovani italiani è quella di rimanere inattivi e inoperosi senza vere opportunità per mettere alla prova le proprie abilità, il proprio saper essere e saper fare. Infatti, la maggioranza presenta una grande volontà di essere attiva e partecipativa e una forte predisposizione all’intraprendenza. Non incoraggiare questo atteggiamento per mancanza di attenzione pubblica, inefficienze del mercato del lavoro, carenza di adeguati strumenti e occasioni rischia di produrre frustrazione e demotivazione oltre che impoverire le competenze, il capitale umano e sociale. L’ultimo ricambio generazionale delle ONLUS è ancora oggi difficile. Tutte le associazioni a livello territoriale si trovano a dover fronteggiare molti interlocutori e rappresentare una fetta sociale sempre meno attiva a livello associativo, senza contare gli adeguamenti che sono imposti dalla nuova riforma del terzo settore.
In futuro ci sarà sempre più bisogno di un ambiente associativo che sappia coniugare la spinta innovativa del digitale con i valori fondanti della propria associazione, aprendosi anche a collaborazioni sinergiche e multidisciplinari. Le nuove generazioni possono aiutare, facilitare e spingere questo cambiamento, indispensabile per continuare a crescere. La coesione resta indubbiamente un elemento chiave per il successo. Per questo motivo FedEmo ha deciso di costruire un gruppo, unendo giovani da tutta Italia. Il progetto nasce con l’idea di creare una scuola, perché è proprio in quel luogo che i ragazzi si formano e plasmano il loro carattere. In prima persona posso testimoniare che l’idea di ritornare sui banchi di scuola mi è piaciuta. Affrontare gli ostacoli, che in ambito scolastico sembrano insormontabili, dopo un’esperienza lavorativa e di vita è davvero stimolante e tutti dovrebbero avere l’occasione di provarla. La possibilità di attuare un processo di cambiamento, del quale sentirsi protagonisti a pieno titolo, è la motivazione che spinge maggiormente all’impegno in ambito sociale e lavorativo.
La Federazione nazionale ha colto in pieno questo aspetto nel programma di Scuola FedEmo, rispondendo prontamente all’esigenza delle associazioni radicate sul territorio italiano. Dopo questi due anni possiamo dire di aver metabolizzato un concetto fondamentale: il cuore di ogni grande risultato è sempre una squadra. La cooperazione si basa sulla profonda convinzione che nessuno riesca ad arrivare alla meta se non ci arrivano tutti.
La questione non è quanto sia importante una squadra, ma se ti rendi conto che è fondamentale, allora ti sforzerai di essere il miglior membro di essa. Perché devo camminare da solo quando posso invitare gli altri a venire con me?
Nicola Ceresi