Catania 18 settembre 2016, Primo incontro di Finestra Rosa in Sicilia
Maria, squisita padrona di casa, ha organizzato la giornata con energia ed entusiasmo.
Madri di bimbi piccoli e di giovanotti oltre i venti anni, nonne, mogli, giovani figlie, una cugina e una giovane fidanzata; diciotto colori di rosa che hanno vissuti impegnativi e profonde esperienze affettive con le persone emofiliche.
Il clima emotivo è intenso, carico di fierezza e orgoglio, nessun ripiegamento di fronte alla complessità della malattia.
Mi ha emozionato il racconto, la condivisione, di due figlie che con ardore hanno manifestato l’affetto, la stima, la fierezza nei confronti del padre che nonostante i segni e le difficoltà della malattia non si è mai sottratto al ruolo di sostegno: “È un pilastro per tutta la famiglia”.Un padre che con disponibilità, esempio e comprensione è capace di supportare, incoraggiare la famiglia e le persone in difficoltà.
Emerge dalle narrazioni la figura di un maschile orgoglioso, forte, autonomo che non si lascia sopraffare dalle difficoltà dai limiti che spesso la malattia impone. Noi donne riusciamo a focalizzare con chiarezza la forza, il coraggio, l’affetto, la dedizione che a diverso titolo affiancano gli uomini importanti della nostra vita?
“Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”, questa celebre frase viene attribuita alla scrittrice britannica Virginia Woolf e dedicata a quelle tante donne che hanno contribuito al successo di uomini che la storia ricorda, ma loro sono rimaste nell’ombra. La mia percezione è che le donne del gruppo di Catania esprimono timidamente con modestia il loro valore.
Una riservatezza piena d’orgoglio di forza nel combattere con il servizio sanitario che rende difficile reperire i farmaci, o con un pronto soccorso incapace di far fronte all’esigenze dell’emofilico. Il dolore causato dall’insensibilità di alcune insegnanti, e la gelida indifferenza di alcune persone non diventa rassegnazione, perdita, bensì forza, riconoscimento della pienezza della vita, nella realtà dei dolori e delle gioie”.
Nietzsche in “Frammenti Postumi 1882-1884”: “Prima che il destino ci colpisca bisogna condurlo per mano come un bambino e dargli la frusta: ma quando ci ha colpito, bisogna amarlo”. Proprio l’amore per quella parte di noi che sta soffrendo e che attraverso la sofferenza porta a cercare strade, pianificare progetti per attraversare e superare le difficoltà.
Non si butta via nulla della nostra vita, proprio perché la nostra “normalità” non può essere pensata come “assenza di dolore” (e dunque solo piacere) ma come una coesistenza di tutti i sentimenti umani.
A Catania abbiamo respirato il profumo del pudore non come ripiegamento bensì ascolto della propria interiorità, per trovarne lo stimolo vitale che conduce a superare gli impedimenti; pudore è vivere il dolore all’interno del proprio coraggio, della propria dignità.
Pudore che permette di non confondesi con l’altro, ma di vederlo e potergli offrire conforto e sostegno.
Ricchezza e tanto sostegno hanno caratterizzato il gruppo di Catania, grazie a tutte e in particolare a Maria che si è dedicata all’organizzazione della giornata con efficienza e vitalità.
Poter condividere è poesia nella prosa della vita! (Sigmund Freud)