Un articolo dell’Avvocato Marco Calandrino fa il punto dopo la vicenda dei preavvisi di rigetto inviati tramite PEC dal Ministero: “solo un 10% dei danneggiati sarebbe stato ammesso alla transazione”.Dopo il decreto ministeriale del luglio 2012 che fissava criteri molto stretti e penalizzanti, il Ministero della Salute ha iniziato a ottobre 2012 ad inviare agli avvocati a mezzo PEC (posta elettronica certificata) dei “preavvisi di rigetto”, cioè delle comunicazioni con le quali preannunciava l’esclusione dalla transazione con l’indicazione dei motivi (richiamando il decreto del luglio 2012):
in genere decorso di 5 anni fra la domanda ex lege 210/92 e l’inizio della causa, oppure di 10 anni dal decesso della persona e l’inizio della causa da parte degli eredi, oppure la presenza di almeno un episodio trasfusionale (o assunzione di emoderivati) prima del 1978, oppure per aver iniziato la causa di risarcimento successivamente al 1° gennaio 2008.
A tali preavvisi di rigetto era possibile presentare delle osservazioni, che sarebbero state tenute in considerazione prima di emettere il provvedimento definitivo.
Stimo (guardando i numeri di protocollo) che ad oggi il Ministero abbia mandato quasi 5.500 preavvisi di rigetto su circa 7.000 domande ricevute.
Qualche avvocato ha già iniziato a ricevere i provvedimenti definitivi negativi.
La stima che facemmo, che solo un 10% dei danneggiati sarebbe stato ammesso alla transazione, si sta purtroppo avverando.
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