L’impressione è che in questo 2018 qualcosa si stia muovendo un po’ di più che nel recente passato sulle questioni rilevanti in ambito giurisdizionale.
Iter di cui alla legge 114/2014 (equa riparazione): a metà 2018 possiamo dire che i pagamenti stanno procedendo e il termine del prossimo 31 dicembre per concludere la procedura dovrebbe essere quello definitivo. Gli eredi iure proprio, cioè i familiari di persone decedute, familiari che avevano agito per il risarcimento del danno da loro stessi subito per la morte del congiunto, sono stati esplicitamente ammessi al beneficio dell’equa riparazione: in legge di stabilità è stato infatti approvato un emendamento in tal senso che da tempo FedEmo stava sollecitando.
Molti beneficiari dell’indennizzo legge 210/92 devono ancora ricevere in tutto o in parte gli “arretrati” della rivalutazione: la responsabilità è di alcune Regioni, della loro disorganizzazione e dei loro problemi di bilancio (pur avendo ricevuto i fondi dallo Stato).
Rimane invece, a livello ministeriale, il grave problema di oltre 5.000 sentenze in materia di rivalutazione indennizzo, riconoscimento indennizzo e risarcimento, passate in giudicato e quindi definitive, che il Ministero della Salute non ha eseguito, sentenze risalenti all’anno 2013 e successivi.
Il processo di Napoli, cioè il processo a carico di esponenti della sanità e delle aziende farmaceutiche per la morte di tanti emofilici a causa di emoderivati che erano infetti (aids e/o epatite), è alle battute finali: sta terminando l’attività istruttoria e a settembre inizieranno le discussioni.
Infine chiediamo nuovamente al Ministero della Salute maggior informazione e maggior trasparenza: l’obiettivo immediato deve essere quello di fornire pubblicamente e periodicamente aggiornamenti sulle questioni più importanti, fornendo “numeri”, tempistiche e spiegazioni; l’obiettivo successivo deve essere quello di consentire ai singoli di consultare in via telematica, nel rispetto della privacy, lo stato delle pratiche personali e della propria posizione.
A cura di Marco Calandrino