Un ringraziamento a FedEmo e a tutto il suo staff, in particolare a Barbara Ponte, per la sua incondizionata presenza (è capace di metterci in riga anche quando non è fisicamente con noi, incredibile!) e la sua immensa disponibilità. Un sentito grazie anche a Fondazione Campus, che ogni anno ci ospita nella bellissima Lucca, a tutti i docenti che ci hanno accompagnato nel corso dei vari moduli e allo straordinario gruppo di cui sono molto felice e orgogliosa di far parte.
Questo è stato l’incontro che più di tutti ci ha dato occasione di scoprirci un gruppo forte con tante idee e voglia di fare in vista della realizzazione di obiettivi comuni, di trascorrere più momenti di confronto, di aggregazione e anche di divertimento, che ci hanno permesso di conoscerci meglio e fare più squadra. Ho un senso di appartenenza che mi lega a questo gruppo giovani e sono certa che insieme potremo costruire qualcosa di grande e fare la differenza.
Dopo la solita lauta pausa caffè, nella seconda metà del pomeriggio, Mario Ricciardi, professore ordinario presso l’Università di Milano, ha tenuto una lezione sulla teoria dell’associazionismo, partendo dal pensiero del filosofo e politico francese Alexis Tocqueville, il quale affermava che l’agire in comune, dopo l’agire individuale, è la forma più naturale di agire dell’essere umano, intendendo, in altre parole, che l’associarsi è un diritto inviolabile dell’uomo, perché è totalmente intrinseco nella sua natura. Passando attraverso le differenze tra agire in modo razionale e agire in modo ragionevole, tra coordinazione e cooperazione, si è giunti alla conclusione di come oggi le associazioni siano delle grandi scuole di democrazia, in quanto più persone scelgono di cooperare su una base di equità, rispetto reciproco e disponibilità al confronto per realizzare uno scopo comune e condiviso, mostrando che è possibile agire insieme anteponendo la massimizzazione dell’interesse del gruppo anche a discapito di quello personale del singolo individuo.
Domenica 2 dicembre, seconda e ultima giornata di questo terzo modulo, l’abbiamo trascorsa in compagnia di Sergio Cabigiosu, presenza fissa delle tre edizioni e ogni volta innovativo, fresco, in grado di coinvolgere e stravolgere. Dopo gli iniziali esercizi di warm up per dare una bella scossa alle nostre sinapsi ancora provate dal sabato sera lucchese, siamo ritornati sul tema della comunicazione, filo conduttore dei tre moduli di Scuola FedEmo 2018. Prendendo in prestito alcune attività dal mondo del teatro, ci siamo cimentati in esercizi dal duplice scopo: rafforzarci come gruppo, proseguendo il percorso di teambuilding, che ogni anno ha la sua enorme importanza, e renderci consapevoli di quelle che sono le carte vincenti per una comunicazione efficace. Nella seconda metà della mattinata, dividendoci in gruppi e improvvisandoci attori, abbiamo messo in scena alcune classiche situazioni in cui vi sia un deficit di comunicazione nel dialogo con le famiglie, con i medici e con le istituzioni e abbiamo analizzato quali sono gli elementi che potrebbero essere corretti per avvicinarci il più possibile allo scopo desiderato, concludendo che “Il maggior problema della comunicazione è l’illusione che essa sia avvenuta”, perché si può sempre migliorare sotto qualche aspetto.
Rosedwige