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Aversi a Cuore:  primo incontro 2016

Aversi a Cuore: primo incontro 2016

Pina e Stefania ci accolgono con calore e disponibilità in questa giornata nuvolosa, umida e ventosa, ma Marzo è un mese di transizione: la natura passa da uno stato di incubazione, tipico dell’inverno, in cui le energie sono dormienti, a uno attivo, dinamico, dove inizia a sbocciare la vita.
Nelle campagne si usa ancora bruciare dei falò per propiziare i raccolti, in prossimità della settimana santa; questi riti sono associati alla passione, all’eros, alla trasformazione, alla luce e attraverso la sua azione purificatrice, i nostri avi cercavano di allontanare le energie negative dalla terra. Queste cerimonie raggiungevano l’apice il primo giorno di primavera, ovvero l’equinozio,che anche quest’anno cade il 20 marzo, momento in cui il sole transita dall’emisfero australe a quello boreale e la durata del giorno e della notte sono uguali. Questa premessa per dire che il primo incontro del 2016, di Finestra Rosa, inizia con i migliori auspici, nel mese del risveglio della natura e dedicato alle donne.

E’ stato come tornare a casa, per il terzo anno, Ercolano ci aspettava con tanti volti conosciuti e nuove fisionomie: per la prima volta oltre alle madri e sorelle erano presenti donne che hanno scelto di sposare compagni affetti da emofilia.

Il clima è stato fin dall’inizio tranquillo e confidenziale; il tema della giornata era “Aversi A Cuore” cioè entrare in contatto con se stesse, con il proprio cuore che è la sede degli affetti, dei sentimenti e delle emozioni; la parte più intima dell’anima: tutti identifichiamo la cura di sé con qualcosa che ci fa stare bene, che ci produce benessere, piacere e serenità; ma ci siamo trovate d’accordo che non è una strada semplice da percorrere, richiede impegno, intenzionalità e proprio per questo alle volte la si perde di vista.
Ci si perde di vista quando i bisogni delle persone che ci circondano sono urgenti e non rimandabili. In queste circostanze è facile entrare in uno stato d’animo di allerta, e quando questa precarietà dura per molto tempo l’emozione di incertezza permane e ogni evento o circostanza diventa una potenziale fonte di preoccupazione, talvolta sproporzionata rispetto alla reale portata del problema.
La cura di sé è una composizione complessa che si costruisce gradualmente giorno per giorno, senza seguire proclami, mode, e che ha il suo fondamento nell’ascolto di ciò che siamo, senza giudizi o buoni propositi.

“La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni” Karl Marx. Il mondo che ci costruiamo è fatto di tanti tasselli e forse alcuni hanno più rilevanza di altri, l’emofilia dei figli, genitori, fratelli, mariti, l’essere portatrice è un elemento rilevante ma il lavoro, lo studio, la famiglia, l’amore, ecc…sono tutti pregni di significato perché riguardano la nostra vita e non categorie astratte. Sostenere, ad esempio, che lavoro, famiglia, figli o l’amore, e la salute sono fondamentali, sarà pure corretto ma non ha molto significato, perché si tratta solo di sostantivi avulsi dalla nostra personalissima esperienza.

Come affrontiamo ciò che ci accade realmente nella vita? In che modo conduciamo le relazioni con gli altri? Quali sono le nostre vere priorità? Le perseguiamo? Riusciamo a riconoscere il nostro valore? Possiamo accettare le nostre imperfezioni? Sono queste le domande che abbiamo riempito di contenuti.

Il Tema emerso con rilevanza è stato quello della scelta unita alla responsabilità. Nasciamo e siamo la manifestazione più autentica di noi stessi, perché siamo semplicemente noi stessi, esprimiamo in tutta spontaneità quello che non vogliamo, senza giudicarci né paragonandoci a nessuno.
La famiglia, la società ci trasmette ciò che si aspetta da noi, dettandoci quali sono i cambiamenti che dobbiamo seguire, quelli considerati di successo ricevono ammirazione e approvazione diventando degli esempi e a volte persino degli idoli da imitare. Ma fino a che punto questi modelli ci appartengono? E se fossero dei modelli prestati, estranei alla nostra natura? Dunque, che cosa fa sì che alcune persone abbiano il coraggio di sfidare ciò che sembra impossibile da raggiungere e non si lascino scoraggiare dalle critiche? È la certezza che nasce quando seguiamo chiaramente il nostro talento e sappiamo quello che vogliono perseguire. Ci sono molte strade, ma ce n’è una che è esclusivamente designata per ognuno di noi, e non c’è nulla al mondo che possa paragonarsi alla soddisfazione che si prova quando ci si sintonizza sul proprio percorso e si segue la propria attitudine e inclinazione. Ci siamo interrogate su vari temi non solo legati all’emofilia, abbiamo provato a chiederci: ”Come sto, come mi sento, come mi rapporto a quello che avviene intono a me? Abbiamo provato ad introdurre nel nostro agire la gentilezza, la fiducia, senza forzare, senza scordarci dei propri limiti ma accettandoli, ci siamo date nuovi spazi, nuove possibilità.

Vi Abbraccio con vero affetto, Gianna